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La scultura del teatro

Il teatro di Monte Iato fu edificato alla fine del IV sec. a.C. avendo probabilmente come modello il teatro più famoso dell'epoca, quello di Dionisio, inaugurato ad Atene dallo statista Licurgo intorno al 330 a.C.

Sia la cavea che la scena del teatro di Monte Iato furono arricchite con sculture di pietra di vario modulo; l'insieme decorativo è stato ricostruito sulla base di elementi rinvenuti nella loro originaria collocazione, in posizione di crollo o riutilizzate in edifici più tardi oppure accantonate a seguito della loro dismissione.

Le gradinate inferiori della cavea (proedria) erano probabilmente ornate alle estremità laterali da zampe leonine, come fa supporre il rinvenimento di una zampa. Ai due lati est ed ovest della cavea, di fronte l'edificio scenico, si trovava una base su cui era posta la statua in calcare di un leone accovacciato, che volgeva la testa in direzione della scena. L'edificio scenico originario fu arricchito da svariati elementi decorativi, ma quelli più notevoli sono costituiti da 4 sculture di calcare, in altorilievo e più grandi del vero riproducenti due figure maschili (satiri) e due femminili ( menadi), che facevano parte del seguito di Dioniso, dio del teatro, menadi e satiri hanno gli attributi che li contraddistinguono quali seguaci di Dioniso: le menadi indossano il peblo dorico e portano sul capo una corona d'edera con foglie e frutti; i satiri, con barbe e orecchie equine, hanno i fianchi e i cinti da un gonnellino di pelo e portano a tracolla una corona d'edera. Si tratta di statue con funzione decorativa ma anche strutturale, di sostegno dell'architettura scenica; datati intorno al 300 a.C., in coincidenza, quindi, con l'affermarsi dell'edilizia teatrale in pietra, le cariatidi ed i telamoni di Monte Iato possono annoverarsi tra gli esemplari più antichi di questa tipologia di decorazione architettonica che per soggetto e composizione delle figure, con braccia sollevate e ripiegate indietro, si caratterizza tipico dei teatri di Sicilia. Allo stato attuale rimane dubbia l'esatta collocazione delle 4 sculture nell'ambito dell'edificio scenico. Ciascuna è composta da tre blocchi sovrapposti, in origine stuccati e dipinti. Ed il loro stato di conservazione è difforme. Le sculture raffiguranti i satiri, giunta fino a noi in cattivo stato, sono state rivenute inglobate in costruzioni medievali: le menadi, meglio conservate, furono trovate ad ovest dell'edificio scenico. Il tetto dell'edificio scenico era adornato da acroteri ( elementi architettonici figurati). Tre di questi, del tipo a palmetta “ a fiamma” con forma d'acanto al centro, già attestato nel Partenone di Atene furono rinvenuti in crollo nella zona nord-occidentale dell'agora e furono attribuiti alla fascia orientale della scena. Le palmette laterali, per alleggerire il peso, hanno il retro incavato. Realizzato nello stesso calcare degli altri elementi decorativi del teatro, compresi menadi e satiri, le palmette di Iato presentano strette analogie tipologie e stilistiche con tre acroteri da Solunto, il cui contesto di pertinenza non è noto. Non si ha notizie di acroteri simili a quelli di Monte Iato da altri teatri della Sicilia.

 

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