
Storia e cronologia
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Il primo insediamento sul Monte Jato risale ai primi secoli del millennio, periodo in cui popolazioni di origine sicana ed elima si stanziarono sulle più importanti roccaforti distribuite lungo le principali vallate fluviali della Sicilia centro-occidentale. Di queste prime fasi di vita della città conosciamo purtroppo molto poco, anche perché non esiste documentazione letteraria relativamente alla storia dell’insediamento fino al V sec a.C.
Anche la documentazione archeologica, per questo periodo è piuttosto scarna: nella maggior parte dei casi, infatti, le fondazioni dei successivi edifici di età greca, poggiate direttamente sulla roccia, distrussero i precedenti livelli di età protostorica; di quella fase rimangono soltanto pochi resti di capanne e numerosi frammenti di ceramica modellata a mano o realizzata al tornio lento.
La componente indigena, pur mantenendo una sua precipua identità, si trasformò profondamente a contatto con l’elemento greco: a partire del VI sec a.C. si datano le prime importazione di materiale greco, ceramiche protocorinzie e corinzie, giunte forse attraverso Selinunte, mentre dalla metà del VI sec a.C. più intensivi divennero i rapporti con l'elemento greco coloniale tanto da lasciare intuire la presenza di un vero e proprio nucleo di popolazione greca stanziata all’interno di quella città.
E’ noto grazie alle fonti letterarie anche, che a partire dal IV sec a.C. Iaitas , così come tutta la Sicilia occidentale, fu sotto il dominio cartaginese. Lo storico Diodoro Siculo racconta poi che la città, tra il 278 ed il 275 a.C. fu assalita da Pirro re dell’Epiro e che durante la prima guerra punica (264-241 a.C.) gli Ietini cacciati i Cartaginesi, si consegnarono ai Romani. Da un passo della Naturalis Historia di Plinio il Vecchio e attraverso altre opere di storici antichi è noto che nel 79 d.C. Ietas era annoverata tra le 45 città tributarie di Roma e che, nella prima età imperiale, era uno dei cinquanta insediamenti urbani più importanti dell’isola. Nella media età imperiale, tuttavia, l’apogeo della città appariva ormai concluso e molti complessi monumentali erano caduti in rovina. L’attività edilizia di quei secoli fu molto scarsa e le abitazioni, costruite a volte sugli edifici pubblici ormai in disuso, crollarono intorno alla metà del V secolo d.C. forse a causa dell’incursione dei Vandali nel 440 d.C.
Il periodo bizantino è quello finora meno documentato della storia della città: poco numerose sono anche le testimonianze della cultura materiale sicuramente riferibile a quella fase. Al dominio bizantino mise fine la conquista islamica della Sicilia iniziata nell’827. Le fonti e i documenti di età normanna attestano che la presenza musulmana a Giato(nome della città in età arabo-normanna) era molto forte; Idrisi, alla metà del XII secolo parla del castello di Giato e delle sue prigioni sotterranee e la divisa di Giato, in età normanna, a seguito della donazione di Guglielmo II, costituì certamente uno dei distretti amministrativi più ampi e importanti tra quelli di proprietà della Diocesi di Santa Maria Nuova di Monreale.
Quando poi, nei primi decenni del XII secolo, scoppiarono le rivolte della popolazione musulmane contro la dinastia sveva, Giato divenne uno dei baluardi della sedizione, fino al totale annientamento ed alla distruzione della città ad opera delle truppe di Federico II nel 1246. La popolazione scampata alla guerra fu deportata a Lucera in Puglia e da quel momento il sito venne definitivamente abbandonato.


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